Il tasso

Il tasso

Il Tasso in Italia è presente soprattutto nei parchi e giardini, mentre allo stato spontaneo è poco comune tanto da essere considerato specie protetta in alcune regioni.
Può superare i 20 m di altezza; presenta una chioma di colore verde molto cupo e di forma piramidale; a volte è un cespuglio policormico. Il Tasso è una pianta molto longeva e può vivere anche 2000 anni.
Presenta tronco diritto, con rami fin quasi dalla base; la scorza è liscia, bruno-grigia, tendente a sfogliarsi in sottili e larghe placche.
Le foglie sono aghiformi, persistenti, lunghe fino a 3 cm, appiattite, verde scuro e un po’ lucente sopra, verde più chiaro con sfumature giallastre sotto, con apice acuto ma non pungente; sono disposte su due file apparentemente regolari.
Il Tasso è una pianta dioica: le strutture riproduttive maschili sono piccoli coni globosi poste nella parte inferiore dei rametti, quelle femminili sono isolate e alla base delle foglioline. Il frutto è un arillocarpio, a forma di campana, rosso, mucillaginoso e zuccherino con il seme al centro; molto apprezzato dagli uccelli disseminatori.
Il legno, elastico e tenace, è durissimo e di grana molto fine: è molto usato nei lavori al tornio e in ebanisteria. L’impiego principale del tasso è quello ornamentale e da siepe (sopporta bene le potature). Numerose le varietà ornamentali, che si differenziano per il portamento e per il colore delle foglie e dei frutti.
La corteccia del tasso e le foglie sono velenose; l’unica parte non velenosa della pianta è il frutto (non i semi) di cui si nutrono molte specie di uccelli.
È chiamato anche “albero della morte” per la velenosità di molte sue parti e per il fatto che il suo legno veniva usato per la produzione dei famigerati archi lunghi inglesi.